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160 generalità sulle piante fruttifere.

di poco ogni anno; per il che in queste piante il coltivatore deve procurare di avere nuovi rami da frutto ogni anno, mentre nei frutti a granelli basta il conservare i già esistenti.

I rami misti non si riscontrano che nelle piante con frutto a nocciuolo, e producono un numero quasi eguale di bottoni da legno e da fiore.

Quando i germogli da legno d’un ramo, si sono convertiti essi pure in rami, quella parte di pianta che li porta dicesi ramificazione, e questa non è più produttiva ma solo serve di sostegno ai rami. Queste ramificazioni diconsi primarie, secondarie, terziarie, ecc., secondo che sono più o meno vicine al tronco della pianta.

§ 879. L’innesto nelle piante da frutto è quasi indispensabile per propagare le varietà e le loro più piccole modificazioni, non che per ottenere più presto i frutti dalle piante, e per averli più voluminosi (Vedi § 310, Vol. I). Del resto, non tutte le piante si possono innestare all’istesso luogo, cioè alcune preferiscono d’essere innestate al piede ed altre in testa; nò tutte si possono innestare nello stesso modo, il pesco, il mandorlo, l’arancio desiderano l’innesto a scudetto, laddove il pero, il pomo, il pruno e l’albicocco a spacco; il castagno ed il noce a cannello o zuffolo.

Le piante che di leggieri soffrono pel freddo del verno, o che per altra causa possano deperire od anche perire sin presso terra, qual’è il pesco, è meglio innestarle al piede, perchè nel caso suddetto si possono tagliare al basso, e rifarne il tronco senza perderne la varietà, come anche lo si potrebbe rinnovare tagliando il deperente quando vi fosse qualche pollone al colletto, o qualche cacciata sul tronco. Le piante invece che soffrono difficilmente è meglio innestarle in testa come si fa col pero, pomo, ciliegio, ecc.

Neppure indifferente è la scelta del soggetto perchè l’innesto produca tutti i suoi effetti, ben inteso che in tutto ciò il vantaggio del frutto è sempre a scapito della durata della pianta. Nel soggetto si cerca vigoria di vegetazione non tanto per la durata quanto pel maggior nutrimento che il frutto possa avere dalle sue radici.

I soggetti adoperati ordinariamente sono il mandorlo comune, il pesco selvatico ed il sanguigno, l’albicocco ed il prugno selvatico, il cotogno, il lazzeruolo, il nespolo, il pero ed il pomo selvatico, il pomo di paradiso ed il dolcino o pomo di San Pietro. Così se vogliasi che la pianta stia bassa si