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moltiplicazione dell’ulivo. 135

ossia fino a quando abbiano acquistato un diametro dì 0m,03; allora si staccano dalla pianta madre, conservando loro il massimo numero di radici, e si dispongono in vivajo a 0m,80 di distanza in quinconce, se si vogliono in seguito trapiantare.

È però da notarsi che le talee d’ogni sorta, come i polloni, e spesso anche gli uovoli danno piante di poca durata e che meno resistono al freddo; per quanto, almeno colla talea, si conservi senza bisogno d’innesto, la varietà con tutti i suoi speciali caratteri.

5.° Nelle località ove l’ulivo nasce allo stato selvaggio fra i boschi de’ monti, può trarsi buon partito da quelle pianticelle che non siano guaste e malconcie dal dente del bestiame; fra queste scelgonsi quelle di uno o due anni, ripiantandole in un vivajo a 0m,80 di distanza per ogni parte.

6.° L’innesto è necessario per le piante ottenute da semi, pei polloni messi fuori dal tronco al di sotto dell’innesto o sulla radice, e per le piante selvatiche testè accennate.

L’ulivo riceve quasi ogni sorta d'innesto. I più usitati sono quelli a scudo (fig. 192), ed a cannello o zuffolo (fig. 193) per le giovani piante di vivaj, quando le cacciate hanno due o tre anni, ossia circa 0,02 di diametro, e che conservano pelle liscia e vegetazione vigorosa; quando le piante sono più adulte è meglio usare l’innesto a corona (fig. 194).