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razione si fa coi torchi idraulici, e con ciò si riduce al minor volume possibile, e meglio si conserva, perchè meno facilmente vi s’introduce e l’aria e l’umidità.

Alla fine del verno, dopo d’aver concimato e sarchiato il terreno, appena che abbia cominciata la vegetazione, si scalzano le ceppate, quasi fino alle grosse radici, togliendone i getti ben presso a queste, ad eccezione di due o tre laterali, indi vi si rimette la terra. In questo momento si può anche concimare con letame o concime minuto prima di ricoprire, formandosi in tal maniera un rialzo presso ciascun ceppo o presso ciascuna pianta. In seguito si procede alle altre operazioni, cioè al disporre i sostegni, ed alle sarchiature successive, come nel primo anno, e così anche negli altri finchè la piantagione si conservi in vigore.

Il luppolo spesso è invaso da alcune pulci di terra, che scompajono in seguito ad una pioggia, e talvolta si ricopre d’una vernice zuccherata alla pagina superiore delle foglie, mentre alcune afidi s’attaccano alla loro pagina inferiore. Quest’ultimo accidente manda perduta una gran quantità di fiori, nè si sa in qual modo porvi riparo.

Il raccolto medio è di chilogrammi 800, a 1200 circa di coni secchi, che in Italia si pagano da franchi 1 a franchi 1,50: gli steli e le foglie, fatte in pezzi col tritapaglia, servono ad alimentare il bestiame.

del tabacco.

§ 845. Il tabacco (nicotiana tabaccum) è una delle molte piante che ci vengono dall’America, e il suo nome deriva forse dall’essere state le prime foglie secche introdotte in Europa dall’isola di Tabago, che è una delle Antille. Le vicissitudini ch’ebbe a sopportare in Europa il tabacco, e l’immenso uso che ora se ne fa, meritano che di questa pianta se ne faccia qualche più estesa menzione storica.

Verso la metà del secolo XVI Fernandez da Toledo introdusse il tabacco nella Spagna e nel Portogallo, e Nicot, allora ambasciatore di Francia nel Portogallo, ne spedì al suo paese, ove prese il nome di Nicotiana. Piacque tanto a Maria de’ Medici la polvere di tabacco, introdotta nelle narici per starnutare, che fu chiamata Polvere della Regina. In questo tempo il Cardinal Santa Croce, ritornando dalla Spagna, introduceva questa pianta anche nell’Italia, ove la pol-