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maste nel vaso cominciarono ad appassire, a perdere nell’intensità del color verde; in alcuni punti presentavano macchie bruno-cineree.

Nell’undecimo giorno levai dal vaso altre pianticelle, le radici esaminate si trovarono ingiallite, e quasi essicate; i succiatori erano ridotti ad esili filamenti senza nulla conservare della loro forma caratteristica. La spiegazione di questo fatto è chiara; continuando oltre il quinto giorno l’innaffiamento colla soluzione del cianuro si era esaurita nella terra la facoltà di decomporre, ritenere il sale ferroso-potassico per cui parte della soluzione potè indecomposta venire a contatto dei succiatori delle radici ed essere assorbita. L’assorbimento poi continuato per tre giorni (dal 5° all’8°) di una sostanza nociva alla vegetazione produsse uno stato morboso nell’organismo vegetale, stato morboso che si manifestò coll’appassimento del fusto, colle macchie bruno-cineree sulle foglie e coll’avvizzimento delle radici. Le radici alterate nella loro struttura davano agio al veleno di penetrare in copia allora non più per l’atto vitale dell’assorbimento, ma semplicemente per un fenomeno tutto fisico.

Seminai del granone nella sabbia calcinata, trattata coll’acido solforico e lavata accuratamente con acqua distillata. Appena le pianticelle cominciarono a sbucciare, innaffiai il vaso con una soluzione di un grammo di prussiato potassico (ferrocianuro potassico) in un litro d’acqua distillata. Esaminato le goccioline ottenute dopo il secondo innaffiamento diedero segno della presenza del cianuro; levate alcune di quelle pianticelle dalle quali aveva ottenute le gocciole che aveva prima esaminato, vi trovai sane le radici. Volendo conoscere se il cianuro veniva depositato anche nel tessuto delle piante, oppure venisse tutto espulso colle goccioline, raccolsi alcune piante dopo avere per cinque giorni desistito dall’uso della soluzione di ferrocianuro potassico e coi soliti metodi praticati nelle esperienze prima e seconda trovai solamente pochissime traccie di cianuro.

Innaffiai con soluzione di 10 gramme di ferrocianuro potassico in 400 gramme di acqua distillata un vaso in cui nella terra crescevano delle piante di zea mays. Dopo due giorni di innaffiamento (essendo questo praticato due volte nel corso di una gior-