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Il poco non soddisfa la condizione di volume; il tutt’in una volta riesce eccessivo, distendendo soverchiamente e paralizzando l’azione dello stomaco.

Spesso il volume opportuno è raggiunto anormalmente con sostanze dilutive, inutili od indigeribili, o per un fortuito sviluppo di gas; ma, se manca l’equivalente nutritivo, la nutrizione è incompleta. Le sostanze dilutive esercitano un’azione troppo passaggiera; le inutili ed indigeribili, se eccedenti, impediscono le azioni di contatto fra il sugo gastrico e le materie utili; ed i gas, per la loro azione espansiva, distendono di troppo le pareti dello stomaco, od anche si oppongono ed incagliano il normale processo chimico della digestione. — Inoltre l’equivalente nutritivo, raggiunto con eccedenza di volume, altera la digestione ed è funesto alla assimilazione, poichè obbliga gli organi digerenti a contenere, elaborare e dar passaggio ad una quantità eccedente di materie inutili, prolunga il processo assimilativo; e, se un tal regime dura a lungo, converte tutte le forze dell’individuo a sostenere la digestione, lo riduce ad una macchina digerente, finchè l’anormalità di simili condizioni non isviluppi malattie, fra le quali forse possiamo annoverare la pellagra.

Sembrandomi pertanto che il foraggio verde sia quello che soddisfa le condizioni naturali nell’apparato digerente degli animali bovini, ritengo che qualche cosa debba andar perduto di quanto va a profitto dell’animale, allorchè quel foraggio sia ridotto in fieno, ossia allo stato secco. La pratica infatti c’insegna che la stessa quantità di foraggio produce di più allo stato verde che ridotta a fieno; epperò i nostri fittabili con bergamina, fin da tempo antichissimo, si procurarono, colle marcite, di che dar cibo verde alle vacche per la maggior durata possibile dell’anno. — Il foraggio verde oltre al soddisfar meglio alle condizioni di volume, pre-