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tale d’essere facilmente elaborate dal sugo gastrico trovino nello stomaco condizioni sfavorevoli, siccome la presenza di sostanze che impediscano o rendano difficile una ulteriore modificazione, o che diminuiscano l’abituale energia del sugo gastrico senza alterarne la composizione chimica. E questo vediamo verificarsi allorchè in seguito al pasto s’ingeriscono sostanze conservatrici alcooliche, zuccherine, aromatiche, acide, gelate, bollenti, o che si diluisca di troppo il sugo gastrico per un eccesso di liquido. — Nella funzione digestiva degli animali tutto ci prova come, essendo l’assimilazione un processo chimico fra il sugo gastrico e le sostanze alimentari introdotte nello stomaco, diverso debba esserne il risultato a norma della diversa condizione o composizione chimica del primo e delle seconde. Si è quindi sempre studiata la ricerca delle sostanze che per la loro composizione meglio si prestassero all’assimilazione, nonchè la preparazione che loro meglio convenisse al medesimo intento. Scopo della chimica applicata alla nutrizione animale deve essere quello di somministrare allo stomaco sostanze che presentino alla nutrizione la maggior copia di materiali utili; e li presentino in tale stato che facilmente li concedano all’assimilazione, evitando l’intervento di materie o condizioni che contrariino questa funzione fisiologica. Concesso alle radici delle piante un sugo gastrico, che parimenti si modifichi nelle diverse specie, età, e circostanze, la chimica applicata alla nutrizione vegetale dovrà avere gli stessi intenti, cioè somministrare sostanze che presentino la maggior copia possibile di materiali utili, o sostanze in condizioni tali che favoriscano l’azione dell’umore emesso dalle radici. Epperò le sostanze migliori, o meglio assimilabili saranno quelle che, avuto riguardo alla scelta, più facilmente si lasciano alterare o formano combinazioni coll’acido carbonico stesso. Qui risiede l’arte culinaria e la gastronomia pei