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capitolo xvii 89

     e trovai Ionia stare intra le braccia
del fauno duro ed abbracciargli il seno.
Ond’io con grande voce e gran minaccia
     corsi ver’ lor, di furia e d’ira pieno;
140ond’elli, spaventati, fuggîr presti.
Ma, perché Ionia potea correr meno,
     rimase addietro; ond’io:— Ché non t’arresti?
perché fuggi cosí, o mala putta?
Son queste tue parole ed atti onesti?
     145Tu m’hai fatto aspettar la notte tutta
ed hai lasciato me sol per restarte
con un mostro cornuto e fèra brutta.—
     E, perché del fuggir le ninfe han l’arte
e son veloci, sen fuggí sí ratto,
150che non la giunsi mai in nulla parte.
     Allor meco pensai ch’io era matto
seguitar piú Cupido, ch’è fallace
nelle promesse ed infedel nel fatto.
     Con voce irata ed animo audace
155queste parole contra Amor profersi,
volendo seco guerra e mai piú pace,
     sí come si contiene in questi versi.