Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/248

CAPITOLO X

Del vizio dell'ira e delle sue specie.

     Noi divenimmo in su la quinta strada,
e trovai sangue in ogni lato sparso,
come in su l’erbe cade la rugiada.
     Ed ogni luogo ivi era guasto ed arso,
5sí come Erode, a gran furor commosso,
arse le navi in la cittá di Tarso.
     Poi risguardai e vidi un fiume rosso,
tutto di sangue e grande quanto il Reno,
ed anco, al mio parer, era piú grosso.
     10Ahi, quanto di stupor io venni meno,
vedendo un fiume spumoso e fumante,
di sangue uman sí grosso e tanto pieno!
     Sí come manca il cuor all’elefante,
vedendo il sangue ovver liquor sanguigno,
15cosí mancava a me il core e le piante.
     Per l’argine del fiume sí maligno
andai tanto, insino ch’io trovai
tre belle donne col viso benigno.
     E vidi dietro a lor, quando mirai,
20tre gran diavoli sí orrendi e brutti,
che sí deformi non fûn visti mai.
     Addosso alle tre donne intraron tutti
e trasmutâro lor belle sembianze,
e gli atti umani in lor furon destrutti.
     25Quelle lor facce, pria benigne e manze,
si fên crudeli e diventôn di cane,
e di scorzon si fên le bionde danze.