Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/215

ed ei dicesse fra se stesso:--Io stimo

  65   meritar piú che quel che m'ha donato,
       per mia bontá, ed esser piú sublimo;--
       costui sería superbo e sería ingrato.
       In questo modo enfiò Satan le ciglia
       contra colui che allor l'avea creato.
  70   E da che 'l servo in possa s'assomiglia
       al suo signor, quant'egli, al parer mio,
       piú di dominio e d'eccellenzia piglia;
       cosí fec'egli, che innalzò il disio
       ad aver possa a far quelle due cose,
  75   le qua' solo a sé serba il sommo Dio,
       cioè creare e le cose nascose
       saper, che sonno occulte nel futuro:
       per questo il gran superbo a Dio s'oppose.
       Alla tua mente omai non è oscuro
  80   come il vil verme volle assomigliarse
       al primo Ben supremo, eterno e puro.
       Dunque superbia prima è reputarse
       d'aver il ben da sé e ch'a lui vegna
       per sua bontá o per suo ben guidarse.
  85   E cresce poi che si reputa degna
       di maggior fatti: allor presume e pensa
       com'ella a' suoi maggiori equal pervegna.
       Per questo poi incorre in piú offensa;
       c'ha invidia a' grandi ingrata e sconoscente
  90   del don, che 'l suo maggiore a lei dispensa.
       Anche non è a lor obbediente,
       ché li dispregia e non cura lor legge;
       e questo di piú male è poi semente,
       ch'ella s'adira, s'altri la corregge,
  95   e sta proterva e 'l peccato difende,
       odia chi l'ammonisce e chi la regge.
       Per questo poi in altro mal descende,
       ché non medica il male, il ben non ode;
       cosí mai a sanitá atta si rende.

p. 210

 100