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24 Notizie generali

ratamente alla conservazione della sua libertà, finché tratto dall’esempio delle città lombarde, spiegò tendenze per una libertà maggiore, per quella alla quale aspiravano i Comuni Italiani. Federico Barbarossa tento di reprimerne i movimenti, ordinando (1182), che il Municipio smettesse i propri Consoli e cessasse da qualsiasi atto di sovranità. Ma la cosa passò senza effetto; e di qui le discordie che nacquero tra Guelfi e Ghibellini, e i ripieghi adoperati da Federico II, il quale vi mandò de’ suoi Vicarj col titolo di Podestà impe-



    presentato dai Consoli al Principe, riceveva lo scettro e prestava il consueto giuramento.
    L’antica Podestaria o Pretura di Trento abbracciava un vasto territorio, e si distingueva in interna, per la città, Piedicastello, Ravina, Belvedere, Romagnano, Mattarello, Columello di mezzo, Valsorda, Sardagna, Montevaccino, Cognola, Gardolo e Mezzolombardo; ed in esterna per Terlago, Cadine, Sopramonte, Baselga, Vigelo-Baselga, Piedigazza, Vezzano, Padergnone, Calavino, Lasino, Cavedine, Povo, Meano, Civezzano, Albiano, Fornace, Pinè, Vigolo-Vattaro, Vattaro e Bosentino.
    Il Podestà rimaneva in carica un anno intiero, e prima di rassegnarla, era uopo assoggettare la propria amministrazione al sindacato di tre, due de’ quali Venivano nominati dal Magistrato Consolare. A lui s’univa un Vice-podestà che era scelto tra i giureconsulti collegiati di Trento. — E così la cosa ebbe a durare dai tempi più antichi sino all’anno 1806, nel quale collo stabilimento delle tre giudicature distrettuali con sede a Trento, a Civezzano ed a Vezzano, fu spogliato il Magistrato consolare di que’ diritti che lo rendevano sommamente rispettabile al pubblico e alla cittadinanza trentina, e tratto a quella trasformazione che subì dipoi (1810), perdendo il proprio titolo, e divenendo un Comune ordinario rappresentato da Savj o Consiglieri con un capo distinto col nome di Podestà.