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certa mala femmina, per nome Dorica o altramente Rodopide, dal cui padrone comperolla a gran prezzo (Erodoto, II, 135, Strabone, XVII, Ateneo, XIII, Diodoro, I). Costei, trace d’origine, aveva un tempo servito con Esopo a Iadmone Samio: poi, ragunate assai ricchezze in Egitto, consacrò a Delfo, a ricordanza di sè, molte aste o pungoli di ferro da stimolar buoi. Altro narrarono di costei gli antichi, favoleggiando. Carasso, sposatala, n’ebbe prole: ma Saffo rimbrottò duramente ne’ versi Dorica e il fratello, fattosi, più che compagno, schiavo di avara e impudica e ingannatrice femmina (Erodoto ed Ateneo; Suida, Voce Ῥοδώπιδος).

Non restando memoria del maestro di Saffo, Saverio Broglio d’Ajano (Saffo di Lesbo, Par. I, Note), considerato che Terpandro d’Antissa e Arione di Metimna, illustri musici, lirici ed innografi, le fiorirono il primo un poco innanzi e l’altro contemporaneo, tenne per probabile che l’uno in sua vecchiezza, l’altro in gioventù la disciplinassero. Ch’ella studiasse in Pamfo innografo, avuto per coetaneo di Lino, fu detto da Pausania (Beotici, 29): leggermente e sicuramente possiamo conghietturare, ch’ella svolgesse e me-