Pagina:Foscolo - La chioma di Berenice, 1803.djvu/83


77


Idem me ille Conon coelesti lumine vidit
     8E Bereniceo vertice caesariem
Fulgentem dare; quam multis illa Dearum,
     10Laevia protendens brachia, pollicita est;

varianti.

Verso 7. Principe, edizioni 1487, 1488, coelesti munere. Aldine, Guarino, Ernesto numine. Stazio nomine. Valcken. Santeno coelestum munere. Volpi in lumine. — Verso 8. Principe e Boroniceo, altra corsiniana Ebore niteio. Tanaquillo Le-Fevre E Beroniceae come i greci Penelopea, Issipilea. Tutti quattro mss. Ambrosiani sono corrottissimi.

Verso 9. Vossi, Volpi, Doering e talun’altra edizione di minor conto Deorum. Le altre ed i 4 mss. Ambrosiani Dearum.

note. Versi 7 — 10.

Idem me ille. I due pronomi e nel latino, e presso gli italiani qualificano la fama di chi si nomina.

Vertice. Berenice non consecrò tutte le chiome, ma le più cospicue che scendeano dalla cima del capo: vedi anche verso 51. Non riconosce la Crusca la parola vertice in questo significato. L’ho usurpata nella mia versione; ch’io altra voce non trovo che risponda alla latina, ed all’immagine; e so che moltissime cose belle ha la Crusca, e molte non ha. E questa cade da materno fonte.

Multis dearum. Il frammento originale, che riporteremo qui sotto, dice θεοῖς Dei e Dee ., voce promiscua. Calvo presso Servio pollentemque Deum Venerem. Italianamente Numi. E le chiome erano in custodia delle Dee, di che ti sarà detto nella considerazione iv.

Pollicita est. Frequenti sacrificj di chiome celebrano le antiche memorie; niuno, ch’io mi sappia, per la salute