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lungo la francia e l'italia 111


Qui due singolarissime cose mi si dibattevano nel cervello, ma senza pro: primamente, perchè mai colui narrasse la sua novella unicamente alle donne? inoltre: che specie di novella e che specie d’eloquenza si fosse quella ch’egli avea paragonata inefficace su gli uomini e potentissima a intenerire l’animo d’ogni donna?

Aggiungi due circostanze che ravviluppavano quel mistero: l’una, che il poco ch’egli aveva da dire alle donne lo susurrava all’orecchio piú in via di secreto che di richiesta; l’altra, che mai non si partí a mani vote, non tentò donna che non ponesse immediatamente mano alla borsa per lui.

Né ho potuto ideare sistema che spiegasse il fenomeno.

Ma, avendo trovato un enigma per passatempo di quella sera, mi raccolsi nella mia stanza.

LIV

IL CASO DI COSCIENZA

PARIGI

E il maitre dell’hôtel mi tenne dietro; ed entrò nella stanza a significarmi che mi provvedessi d’alloggio.

— E perché, galantuomo? — diss’io.

Il perché si era ch’io quella sera per due lunghe ore mi chiusi con una giovine; — il che — diceva l’albergatore — è contro alle regole della casa.

— Sta bene — gli dissi: — noi ci divideremo da buoni amici, da che né la fanciulla sta peggio, né io starò peggio: e voi vi rimarrete tale quale vi ho ritrovato.

— E’ ci vuol poco — rispose l’oste — a screditare un albergo: voyez-vous, monsieur! — e additò la fossetta da noi lasciata a’ piedi del letto.

Confesso che l’indizio per chi non udiva le discolpe era quasi una prova; ma l’orgoglio mio sdegnava di stare a contradittorio con l’oste. E l’esortai che se ne andasse a letto con l’anima