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Il signore T*** mi fé’ capitare la lettera per Teresa (che ho riportato dianzi) a sigillo inviolato; — né tardò a dare a sua figlia il polizzino. L’ebbi sott’occhio; era di poche righe; e d’uomo che per allora pareva tornato in sé.

p. 326, l. 7-8, Z e L, mi vennero per la posta in

»l. 11, Z e L, a piangere meco

»l. 13, Z e L, qual parte mai

»l. 22, M, istupidito

»l. 23, Qui termina M, a p. 128.

»l. 25, Z e L, traversava rimirava

»l. 30-1, Z e L, dal cielo

p. 327, l. 2, Z e L, pacatamente

»l. 3, Z e L, calice, ed espiate [Z, espiato] le altrui lagrime, e dispe- rato di rasciugarle — allora.

»l. 8, Z e L, Né un bacio? nè addio —?

»l. 13, Z e L, cuore

»l. 14-15, Z e L, Chi sará piú tuo

»l. 15 16, Z e L, poiché t’ho fatto vedere io... io primo, io unico sull’aurora della tua vita le tempeste e le tenebre della sventura; e tu, o giovinetta, non sei ancora si forte nè da tollerare né da fuggire la vita. Tu per anche non sai che l’alba e la sera sono tutt’uno... Ah, né io te lo voglio persuadere!... Eppure non abbiamo piú aiuto veruno dagli uomini, nessuno

»l. 16, corr. colmata

»l. 19, Z e L, alcuna speranza fuori

»l. 20, Z e L, tutti ci perseguitano o ci abbandonano.

»l. 26, Z e L, non so.

»l. 27, Z e L, rivederti

»l. 31, Z e L, quelle catene.

»l. 32, Z e L, ti pentirai amaramente, ma tardi

p. 328, l. 3, Z e L, non potrai se non intenderla di sotterra

»l. 4, Z e L, e dove me la strascini? —

»l. 7, Z e L, Ahi delirio ! ...Ma io son pure omicida.

»l. 15, Z e L, è avvilito

»l. 16, si corregga: la lezione «dalla oscuritá della morte» è di Z e L; le tre ediz. Italia, 1802, hanno: «dalla tristezza del sepolcro».

»l. 17, Z e L, Or mi

»l. 18, corr. ardito insultare

»l. 19, Z e L, misera

»l. 19-20, Z e L, di non rivedermi

»l. 23, Z e L, ti ha pur unito a noi

»l. 26, Z e L, prosperitá

»l. 31, Z e I-, innocente. E mi seguitava; ed io, crudele, andava pur soffermandomi, e voltando gli occhi, guardando se affrettavasi