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considerazione terza 285


Gli assiri e gii egizi, antichissimi popoli, adoravano Diana o la Luna, poiché Semiramide nella medaglia degli ascalomti, riportata dal Noris ( Epoche de’ siromacedoni, dissert. v, cap. 4), è figurata con la Luna crescente sul capo, associando al culto della Luna la famiglia dei principi; del che si parlerá nella Considerazione nona. * Filocoro presso Macrobio (Saturn., lib. iii, cap. 8) afferma che la Luna avea gli attributi di Venere *. Tralascio gli altri culti di Diana presso gli assiri, poiché discesero a noi da un’etá men lontana di questa.

Rispetto agli egizi, la loro Iside è rappresentata or con le corna, or con la luna crescente, or con grandi mammelle, or col sole e con la luna sul petto; e s’è dimostrato dal Pluch ( Histoire du Ciel, tom. ii) ch’ella è l’Artemide de’ greci e la Diana de’ latini; il dio insomma rappresentante la Natura. * Parla Erodoto di una solennitá anniversaria in Egitto celebrata a Diana Bubaste, pari alle orgie de’ greci, e dove concorrevano piú di 700,000 uomini, e le mummie de’ gatti di tutto l’Egitto. Vedi anche la Dècade egyptienne, n° 5, p. 135*. E, poiché Diana fu adorata nei luchi alla scoperta, come sopra è detto, però le viene ne’ marmi il nome di «dea nemorensis», del cui tempio parlano Strabone (lib. v) e Filostrato (nella Vita di Apollonio ); e Seneca, per tacere di Virgilio e di Orazio, la chiama ( Ippolito, verso 406) «regina nemorum»; cosí io credo che i luchi proibiti nel Deuteronomio (xvi, 21), nell ’Esodo (xxxiv, 13) e ne’ libri De’ regi (iv, xviii, 4) fossero d’Iside o Diana. Ma, per mostrare come gli ebrei, antichissimo popolo, non abbiano traslata ne’ paesi invasi questa religione, di cui pur s’erano imbevuti in Egitto, non abuserò di aiuti soprannaturali, poiché l’umana ragione ci guida bastantemente. Volle Mosè di tanti schiavi, razza di stranieri rifuggiti per fame in Egitto e domiciliatisi poi per l’abbondanza, fare un popolo. Né di schiavi si fa popolo, senza mutar loro quella seconda natura, creata dal lungo costume negli uomini. Ond’ei si giovò delle reliquie dell’avita religione, e scrisse la Genesi per insuperbire gli ebrei dell’antica gloria e della schiatta celeste. E, per costituire un popolo feroce ed intollerante, rappresentò un Iddio sterminatore e feroce, perché la religione è l’immagine de’ costumi e dell’indole d’ogni nazione. Ove l’ebrea religione fosse stata tollerante, non avrebbero essi potuto con tanta ferocia derubare ed uccidere gli egizi, ed, usciti d’Egitto, acquistar nuove terre con la strage de’ popoli amici e nemici. Male gli scrittori tacciano queste opere