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lettera iv-v 83


LETTERA IV

16 settembre.

Sai tu chi è il giovane del quale ti ho giá parlato? L’amico di Teresa. I venti e le piogge incominciano a vietare i passeggi, ed io passo le intiere mezze giornate con Teresa e con Odoardo. Beato colui che sente per tempo i danni della gran societá! Egli si libera dal tumulto e dalla schiavitú degli affari, e rinunzia di buon grado alle ricchezze e alla gloria. Io son debitore alla perfidia degli uomini del paradiso che mi sto preparando.

LETTERA V

19 settembre.

Odoardo nacque pittore. Unico figlio di ricca famiglia, perdé suo padre prima di poterlo conoscere. La divota sua mamma volle consecrarlo al Signore, educandolo fra certi frati, aspiranti alla ereditá del nuovo servo di Dio. Il giovanetto, disgustato ed ozioso, si mise a disegnare. Morì frattanto sua madre: un frate malcontento lo persuase a cogliere questa opportunitá per abbandonare la solitudine del monastero. Roma, sua patria, gli somministrava i mezzi di divenir grande nella pittura. Dapprima si dedicò tutto a quest’arte; ma alcuni passeggi di brigata, qualche cenetta, l’opera e mille distrazioni innocenti avevano rapito il giovane alla prima assiduitá. Per buona sorte, conobbe a tempo Teresa; ed eccolo piú applicato e meno stanco di prima.

Osservo che Teresa lo guarda come una sua creatura, e lo ama di piú, perché ella ha il merito di averlo ricondotto al retto sentiero, dond’egli, senz’avvedersene, deviava.

Quand’io penso agli ostacoli che frappone la societá al genio ed al cuore dell’uomo, quand’io penso a mille accidenti che