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viii - istruzioni politico-morali 53


pubblico, perché s’appartiene all’universalitá della nazione: quindi, quando la proprietá è sí sterminata che opprime la libertá, le leggi devono fare che necessariamente e santamente si infranga il diritto civile per il diritto pubblico, vale a dire che il bene comune sia anteposto al bene degli individui.

Quando dunque [in] una societá, il di cui diritto pubblico è per consenso e patto e giuramento generale quello della libertá della patria, non si devono togliere di mezzo l’indigenza, che astringe al servaggio e alla miseria, foriera sempre del delitto, una parte de’ cittadini, e non si devono distribuir piú equamente le ricchezze, le quali, accumulate in poche mani, aguzzano l’orgoglio, crescono la libidine di dominare, le prestano i mezzi, corrompono la virtú, comprano i voti, vanno al disopra delle leggi ed alzano sulla ruina della repubblica il trono degli oligarchi o dei re? Qual è questo diritto cosí sacrosanto di pochi, che possa anteporsi al diritto sacrosanto dei piú? Qual n’è la sorgente? Il diritto di proprietá in fatto non ha per origine che la provvidenza della natura, che autorizza ognuno a prevalersi de’ suoi doni, e non ha per vero motivo che la sussistenza dell’uomo: e gli altri tutti sono secondari e tendenti a perpetuar l’interesse. Ma anzi per questa ragione si deve rendere piú giusto questo diritto, non lasciando un picciol numero di possidenti nuotanti nella opulenza, di cui la finanza assorbe, con le ragioni sociali, le ragioni naturali dei piú, che ci restano avviliti e affamati. Non si vede ogni giorno giganteggiar l’opulenza, appunto opposta a chi grida: — Pane! —

Che se per la salute pubblica si sacrifica di buon grado ne’ cangiamenti di governo quella parte di persone che, non componendo la pluralitá, porta contrarie opinioni a quelle dello Stato, e se si traggono giustamente sotto la scure tutti coloro che tramano rivoluzioni o controrivoluzioni; perché non si dovrá manommettere le ricchezze, quando queste visibilmente attentano alla salute pubblica e possono rovesciare, anzi (conoscendo la natura dell’uomo, intenta sempre al dominio) vogliono rovesciare ed opprimere la sovranitá popolare? La vita non è forse un diritto degl’individui, o è diritto secondario e minore di