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320 | iv - seconda edizione delle |
una scena del Saule. Allora gli riuscí di disegnare il ritratto dell’Ortis, che sta in fronte a questa edizione, appunto quand’ei si soffermava pensoso dopo avere proferito que’ versi dell’atto II. scena I:
. . . . . .Precipitoso |
Poi lo vide arrampicarsi sino alla cima della montagna, guardare all’ingiú risolutamente, con le braccia aperte, e tutto ad un tratto rinculare, sciamando: — O madre mia! —
Una domenica rimase a pranzo in casa T***. Pregò Teresa perché suonasse, e le porse l’arpa egli stesso. Mentr’ella incominciava a suonare, entrò suo padre e s’assise a canto a lei. Iacopo parea innondato da una deliziosa mestizia, e il suo aspetto si andava rianimando; ma poi a poco a poco chinò la testa e ricadde in una malinconia piú compassionevole di prima. Teresa lo sogguardava e sforzavasi di reprimere il pianto: Iacopo se n’avvide, né potendosi contenere, s’alzò e parti. Il padre, intenerito, si volse a Teresa, dicendole: — O figlia mia, tu vuoi dunque precipitarti? — A queste parole le sgorgarono d’improvviso le lacrime; si gettò fra le braccia di suo padre, e gli confessò... In questa, entrava Odoardo a chiamare a tavola; e l’atteggiamento di Teresa e il turbamento del signore T*** lo raffermarono ne’ suoi dubbi. Queste cose le ho udite dalla bocca di Teresa.
Il dí seguente, che fu la mattina de’ 7 luglio, Iacopo andò da Teresa, e vi trovò lo sposo e il pittore, che le faceva il ritratto nuziale. Teresa, confusa e tremante, uscí in fretta come per badare a qualche cosa che si era dimenticata; ma, passando davanti a Iacopo, gli disse ansiosamente e sottovoce: — Mio padre sa tutto. — Egli non fe’ motto, ma passeggiò tre o quattro volte su e giú per la stanza, ed uscí. Per tutto quel giorno non si lasciò vedere ad anima vivente. Michele, che lo aspettava a desinare, Io cercò invano sino a sera. Non si ridusse a casa che a mezzanotte suonata. Si gettò vestito sul letto, e mandò a dormire il ragazzo. Poco dopo, s’alzò e scrisse.