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230 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


italiane, sopite sí ma non morte, percoteano; e a grandi fatti dai tuo esempio spronate, e dalle avite, gloriose, incalzanti memorie: — Armi, armi! — i giovinetti esclamavano, e di armi era splendida e forte in que’ giorni la repubblica tutta. Salutare veracemente fu quella istituzione, che, tutti armando i cittadini, a non compre mani ed a petti amorosi affidava la quiete delle cittá, assuefacendoli a un tempo alle arti guerresche, all’ardore di gloria ed alla santa caritá per la patria; onde e spada erano della giustizia contro a’ malvagi, e scudo di libertá contro a’ tiranni domestici, ed inespugnabili mura per gli esterni nemici. Ma, dopo non molto, coloro che slealmente maneggiavano le cose, impalliditi al cospetto della forza popolare, e con dissidi e con vilipendii e con denaro strozzarono sul nascere quest’Ercole vendicatore, che, ove fosse robustamente cresciuto, avria la repubblica dalle ladre e tremanti lor mani ritolta. Né giova dissimulare che male avrebbero tanta scelleraggine consumata, se istigamenti, comandi ed aiuti non scendeano dalle Alpi; perché questa repubblica (quando forte, indipendente, vera repubblica stata fosse) potentissimo inciampo sorgeva a’ tradimenti e all’orgoglio del Direttorio francese. Perciò, custodite e assediate quasi da innumerabili schiere confederate, ammutirono le cittá, impoverite pel mantenimento di non propri eserciti e dal brando de’ generali e commissari arbitrariamente dissanguate. Voi soli vedemmo, o soldati francesi; voi di eroiche virtú liberali e di sangue, voi dalle ferite, dalla fame, dai lunghi viaggi e da tutte le fiere necessitá della guerra consunti, e molto piú dalla ingordigia ed ingratitudine de’ condottieri; voi soli vedemmo piangere al nostro pianto, e chiamar Bonaparte, che tanti trofei aveva eretti in Italia per comperare la vostra miseria, la infamia della vostra nazione e la ignominiosa servitú de’ vostri alleati.

Una larva frattanto di milizia, se nazionale o mercenaria non so, fu soldata d’uomini non per legge deletti né per etá, ma o disertori de’ principati confinanti, o fuorusciti a’ quali non restava che vendere il corpo e l’anima, o prigioni alemanni, dallo squallore convinti e dalla forza e dalla disperazione