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206 iii - scritti vari dal 1799 al 1802


Generale! La Francia non può sperare salute senza l’Italia; e voi quindi siete nella necessitá di vincere o di perire. Abbandonando le Alpi agli austriaci, la loro vicinanza sommoverebbe in Francia i partiti. Il vostro esercito vi comanderebbe forse di combattere per la pace, che prometterebbe il ritorno di un re; una vittoria produrrebbe l’effetto contrario, perché le passioni de’ popoli si cangiano a norma della fortuna. Ma per vincere avete bisogno degl’italiani, e per aver pronto, fermo, leale il loro aiuto, conviene dichiarare la indipendenza d’Italia. Finora i francesi furono conquistatori e gl’italiani conquistati: i nomi nulla rilevano: quanto gli uni opprimeano, tanto gli altri abborrivano. E drittamente allora operavano i dittatori francesi, perché niuna nazione ha conquistate le province per innalzarle rivali della propria potenza. Ma adesso voi, o generale, dovete adattare la politica ai tempi: una potente repubblica come l’Italia risparmierebbe i tumulti alla Francia e le guerre all’Europa. Diversamente, per provvedere al futuro, vi esporreste a pericolo certo e imminente.

Sommi per altro ed estremi mezzi richiedonsi; ma vi saranno lievi, se vi prevarrete dell’altissima massima di Solone: «Il fondatore di una repubblica dev’essere un despota». E primamente, accusate quei generali che voi credete rei di tradimento, o incitate con esortazioni e con premi ogni cittadino ad accusarli. Tacerá allora la calunnia, e si scuoprirá apertamente la veritá. Il gastigo dei rei animerá i valorosi e atterrirá gl’infingardi. La giustificazione degl’innocenti ricondurrá la confidenza nel soldato, che combatte mal volentieri quando sospetta traditori i suoi capi. Mandate a’ tribunali tutti gli agenti indiziati di ruberia, e dividete le spoglie a’ soldati piú valorosi. Perseguitate severamente gli emigrati, e assoldate tutti i coscritti che elusero la legge, impiegandosi meno utilmente, e perfidamente fors’anche, fra i mercadanti e i saccomanni dell’armata. Queste cose, credo, esigono i vostri commilitoni.