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14 i - scritti vari dal 1796 al 1798


proprio interesse tramano forse di deludere le vostre leggi; se la polizia non usa d’un braccio robusto, pari a quello della romana censura; se ad alcuni commissari del potere esecutivo, che sono ornai fatti altrettanti Verri, non s’impone di rigurgitare ciò che hanno divorato ai dipartimenti; se la legge non costituisce «infami» i malversatori del pubblico erario; se la milizia non è subordinata alla costituzione: legislatori! la repubblica crolla; e le sue rovine saranno eterno monumento della vostra ignoranza e terribile esempio ai popoli, i quali tremeranno di redimersi a una libertá peggiore della schiavitú.

V

Sessione del 21 piovoso.

[10 febbraio]

Si legge risoluzione del Gran Consiglio, che accorda per urgenza la dimissione ai rappresentanti Ettore Martinengo e Leopoldo Cicognara, nominati ministri della repubblica, l’uno a Napoli, l’altro a Torino.

E’ pare che il Direttorio cisalpino abbia adottato il sistema del senato di Venezia nell’inviare ambasciadori i personaggi d’illustri e di ricche famiglie. Coprivano gli oligarchi quest’arbitrio col pretesto che, per sostenere dignitosamente la rappresentanza, erano necessari nomi giá conosciuti e famiglie che potessero versare le proprie sostanze. Il fatto scopriva la falsitá del pretesto, perché i ministri, di qualunque ordine si fossero, Spatriavano sempre piú ricchi che prima. Calcolata la somma che la repubblica dá per indennizzazione ad un ministro, egli è evidente che un uomo anche non ricco potrebbe mantenersi decorosamente. D’altronde egli è forse d’uopo che i ministri democratici si presentino ai re con lo sfarzo de’ satrapi e colla corruzione de’ Luculli? Aggiungi che i piú ricchi, appartenenti ad illustri famiglie, non sono i piú illuminati e i piú saggi, e, quel che è piú, non sono i piú caldi propugnatori della sovranitá popolare. Perché dunque conformarsi a tale sistema? Forse privati interessi e forza d’antiche abitudini hanno diretto