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lettera xlvi 157


indi alla casa di Teresa. Quando stava per volervi entrare, se gli affacciò in quel punto alla turbata immaginazione tutto l’orrore dell’atroce attentato, le grida affogate di Teresa, le sue minacce, il suo sdegno ed il proprio irrequieto e crudele rimorso. Non eseguí, è vero, ma osò, benché fuor di se stesso, di attentare all’innocente candore...; e basta! Egli conosceva perfettamente Teresa e le sue virtú. Non sostenne piú a lungo un’immagine che gli straziava le viscere; e, inorridito e piangente, trasse il piede fuor del primo gradino della porta, vacillando e tremando sui ginocchi. Frattanto s’udivano i nitriti dei destrieri, che, spargendo per l’aria un nembo di polvere, s’affrettavano di galoppo verso quel luogo. Qual colpo di fulmine! Era Odoardo stesso, che tornava dal suo viaggio. Iacopo ne conobbe da lungi la carrozza e lo staffiere. Ma in tale stato, in que’ momenti, presentarsi all’amico!... allo sposo di Teresa!... Il cielo cominciava ad abbuiarsi; spessi lampi squarciavano il seno alle sorgenti nubi, che, raggruppate Scavallandosi, mandavano rare e grosse stille di acqua; fischiavano fortemente le fronde agitate degli arbori; e s’udiva il romorio della vicina tempesta e il lontano rimbombo del tuono. Iacopo volse un’occhiata di foco alla casa fatale, e, come meglio potea, diresse i languidi passi verso la propria abitazione. Vi giunse tutto molle e grondante di acqua: ivi raccolse tutte le sue piú care cose, ed, avendo di nuovo ordinato i cavalli, appena cessata la pioggia, si partí.

Prima di montare su la carrozza, consegnò premurosamente all’ortolano un’altra elegante edizione del Werther1, segnata da lui stesso di molte note sui margini. Lo pregò di darla a Teresa con tutta segretezza, assieme colla lettera seguente che aveva scritta.

LETTERA XLVI

Ore 10 della mattina.

E posso lasciarti, o Teresa..., fuggirti! E non mi sono precipitato giú da una balza, in seno d’orridi burroni? non ho avuto il meschino coraggio di frangermi le cervella? Vile! me ne sto spirando un lieve fiato di vita, simile agli ultimi raggi d’una lampana

  1. I libri accennati nella lettera xlv erano giá presso Teresa.