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capitolo quarto 75


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— Milon? ov’è Milon? — ciascun dimanda;
ma nulla fan, ch’altrove sta rinchiuso.
Ch’egli si trovi, Carlo allor comanda,
al cui precetto van chi su chi giuso.
Rampallo astuto e sospettoso manda
(poi ch’ebbe posto giú, siccome è l’uso,
Berta) Ruggier il figlio a ritrovarlo
e dirli che con fretta il chiama Carlo.
41
Lo accortignolo e pratico dongiello
danzar lo vide dianzi con Frosina:
ratto fece un pensier il giottarello,
che gito fusse a goder la rapina;
onde correndo va dritto a pennello
dov’erano a la ciambra, e qui s’inchina
per ascoltar a l’uscio, ma non ode
del basso lor parlar se non le code.
42
Urta la porta ben due fiate o tre;
ode Frosina e pallida si sta:
torna Ruggiero e scotela col pè:
Milon temendo sotto il letto va.
Bussa il fanciullo, e chiamavi: — Chi c’è? —
Frosina disse allor: — Chi batte lá? —
— Io son Ruggiero; è qui il signor Milone?
— Perché? — Lo chiama il re Carlone.
43
Di su di giú lo cerco in ogni loco,
né in ciel né in terra possio ritrovarlo:
a la regai famiglia sin al cuoco
imposto fu che debbiati dimandarlo.
Di che, se indizio n’hai, dimmel un poco,
ché instantemente chiedelo re Carlo.
Io che danzar con teco in sala il vidi,
mi penso, te saper ov’el s’annidi. —