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selva terza 347


Ma non cosí l’alma gentil improvere
a chi oltra ’l mar asciutto mena un popolo;
ché nel primo sentier, quantunque povere
sian le contrate, ove sol giande accopolo
per cibo, al fin vedrassi manna piovere,
sorger un largo rio di nudo scopolo,
che cominciando a ber nostri cristigeni [Sermo incultus divinarum scripturarum principio eloquentibus horret.]
san quanto noccia usar co’ li alienigeni.

Deh! non ci chiuda il passo ai rivi, ch’ondano
di latte e mèle, nostra ingratitudine:
rivi che noi di lepra e scabbia mondano,
contratta dianzi ne la solitudine.
O di qual mèl e’ nostri petti abbondano,
ch’assaggiâr pria di fèl l’amaritudine!
Ma ciò non prima seppi, che ’n cuor fissemi
Iesú questi sí dolci accenti e dissemi: