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selva seconda 235


I n quell’instante (ah mio crudel destino!)
G iunsevi un altro frettoloso genio
N on senza gran spavento, e disse: — Or presto
A ffrettati, Iosefo, prendi ’l figlio:
T u, con la madre sua, scampa in Egitto;
I nsta giá ’l tempo ch’un fier mercenaro
I nsanguinar si vol di questo agnello. [Novum Herodem supprimit.]

F ra gli pastori ha ricondotto d’empii
L upi cotanta rabbia, che gli agnelli
O morti verran tutti o lacerati.
R isse, discordie, gare, aspri litigi [Ambitio et divitiae sunt principia et fontes seditionum.]
E sser fra lor non odi ancor diffora?
N on piú dramma d’amor, non piú di pace
T ra quelli omai si trova; di che scampa
I n altre bande ove giá nacque Móse.
N é quindi fa’ ti parti, fin che a tempo
I o venga darti avviso del ritorno. —

T aciuto ch’ebbe il nunzio, vidi gli altri
A ngioli su le penne al ciel salire, [Pacem et litem convenire absurdum est.]
N é pur un solo a dietro vi rimane:
T anto le liti, le contese e zuffe
A la corte d’iddio son odiose!

— A rme, arme! — cosí chiaman tuttavia;
M a stavami sol io ne l’antro ascoso,
B attendomi gran téma sempre il cuore.
I n su quel punto similmente un’atra
T empesta, con gran vento e spessi lampi,
I ncomenciò tonando farsi udire
O ve ’l contrasto cresce ognor piú acerbo. [Fuit.]

V inse una parte finalmente, e l’altra [Ratio corruptae naturae succumbit.]
T rassesi ne la grotta per suo scampo.