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162 orlandino


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Lo mercenario vede il lupo e scampa,
perché non gli pertene de l’armento. —
Poi, vòlto a gli altri, disse: — Di tal stampa
son tutti, che non stan fermi al cimento,
dovendosi ammortar qualch’empia vampa
d’eretici, perché co’ l’argomento
sol d’Aristotel vogliono provare
quel che con Paolo devono salvare.
85
Sincera, pura, monda, senza macchia
quantunque esser la fede nostra deggia,
nulla di manco un sol error ammacchia
la mente mia che forse non vaneggia.
Non men credo al garrir d’una cornacchia
che al predicar d’un frate, il qual dardeggia
da’ pulpiti chimere, sogni e folle,
che né Iesú né Paolo mai pensolle. —
86
Qui narra poi l’autore che Milone
di mezza notte giunse armato in sella;
narra l’amore e gran compassione
ch’ebbe a la moglie, e come poi s’abbella,
trovando un figlio in quella vil magione,
che scorre, guizza, iubila, saltella,
vedendo il padre che menarlo via
quindi promette, e giá prendon la via.
87
Narra lo gran viaggio al mar Euxino,
ove trovò ch’Amone suo fratello,
scampando dal figliolo di Pipino,
condutti avea d’armati un gran drappello,
ed ha con seco il forte Rinaldino,
d’un angioletto piú vivace e bello,
il qual con Orlandin s’accosta, e ’nsieme
fan prove di sua forza molto estreme.