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150 orlandino


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Mirate com’io porto la camisa
di lana su la carne, e non di tela;
cotal cilicio solamente avvisa
s’io vada con mirabile cautela.
Mirate ancor piú sotto! — Allor la risa
prese Rainer; ché ’l padre gli revela
le cose sue, cribrando la scrittura
meglio del Cardinal Bonaventura.
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Rumpelo al mezzo del sermone, e dice:
Vos estis doctus piú che non credea;
però cesso incusarvi; ché non lice
parlar de’ santi a chi è de gente rea.
Oh dunque sotto ’l ciel sorte felice
di voi prelati, qui sub diva Astrea
puniri non potestis d’alcun male;
ché ’l mal e ben in voi è ben eguale!
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Ma perché sète un spirito devino,
qual piú non ebbe (oh voglio dir!) Platone,
cerco saper da voi, quant’è vicino
lo ciel da terra in ogni regione,
dico l’empireo sopra ’l cristallino.
Vostra Excellenzia intenda il mio sermone!
Oltra di questo, dite, giustamente,
quanto è da l’oriente a l’occidente.
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Due cose giunte a queste intender anco
desidro, monsignore Griffarosto:
dite, piacendo a voi, né piú né manco:
quante son gozze d’acqua, c’ha l’angosto
mar Adriano insin al lido franco,
pigliando il greco col Tirreno accosto?
Ultimamente, bon servo di Dio,
vorrei saper qual or è il pensier mio.