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nota 367


molti versi importantissimi della digressione autobiografica; che certe prolissitá e ridondanze fanno talora desiderare piú briosa sveltezza; ognuno comprenderá quanto facile fosse, in un esame frettoloso e superficiale, sentenziare mistificatrici le stampe di Vigaso Cocaio, come, sull’orma d’altri molti, facemmo il Portioli ed io.

Ma il mio errore emendai giá negli Studi folenghiani: ed ora alla redazione serbataci da Vigaso Cocaio restituisco tutta l’autoritá che le spetta, ponendo la Varisco 1552 a base di questa ristampa delle Maccheronee.

Dalle varianti della Cipadense, che ho costipato nell’Appendice II, scaturisce evidente che solo il Folengo, attardandosi con industre pazienza, sino agli ultimi istanti della vita, su questa creazione prediletta della sua fantasia, poteva avervi apportato cosí profonde, organiche, conseguenti e quasi sempre felicissime modificazioni.

Il processo evolutivo dell’arte sua si mantiene sempre costante. Dalla forma latina corretta passa invariabilmente a giri di frase piú maccheronici, per accrescer la prevalenza degli elementi volgari e dialettali: dagli espedienti buffoneschi, talvolta addirittura meccanici e grossolani, assorge a forme d’arte piú cosciente e riflessa, mirando ad ottenere la comicità con la riproduzione piú esatta del reale, con lo studio piú meditato de’ caratteri, con lo svolgimento piú ampio degli episodi. Come ha scritto il Thuasne (p. 172): «Il est certain que la forme un peu sèche et aride de la rédaction de la Toscolana fait place dans la Cipadense et dans l’édition de Vigaso Cocaio à une richesse vraiment extraordinaire, quelquefois même prolixe, de descriptions réalistes, qui excellent dans les détails intimes et vécus et dans l’observation exacte et toujours spirituelle des mille incidents de la vie; le tout exprimé dans une langue vivante et colorée, où le vers est d’une facture supérieure à celle des anciennes rédactions».

Questo maggior valore estetico s’appalesa, nelle stampe di Vigaso Cocaio, giá subito nella Zanitonella, rimodellata da mano maestra. La Zanitonella nella Cipadense era stata un po’ trascurata dal Folengo. Non pago di accodarla al Baldus, ne aveva addirittura sacrificata l’ultima parte, sopprimendo come estranee al quadro ristretto degli amori di Tonello e Zanina le due egloghe VI e VII della Toscolana. Ma nella stampa di Vigaso Cocaio le due egloghe falcidiate ricompaiono, e con modificazioni «rilevantissime», come ha notato giustamente il Cotronei nel Giorn. st. d.