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contenta di trovarsi proprio in mezzo al mare e passava lunghe ore sul lido ad ascoltar la gran voce dell’Egeo.

Avanzando negli anni diventò avida di letture e fece lunghe dimore nella biblioteca del palazzo, dove una volta sua madre la trovò a leggere il Tasso, con gli occhi scintillanti, con il polso e il calor febbrile, ebbra di quella poesia. Perciò Contarina fece togliere dalla biblioteca e bruciare tutti i libri di versi. Sua Eccellenza Contarini non veniva a Syra che una o due volte l’anno nè vi si tratteneva più di tre giorni. Egli era irritato, sulle prime, di ciò che chiamava la pazzia di sua moglie; poi vi si abituò. Màlgari si affliggeva segretamente di veder che suo padre e sua madre non si amavano più e aveva pregato più volte quest’ultima di ricondurla al padre, non sapendo il segreto della propria origine e della fuga da Venezia che ella attribuiva a quel suo capriccio infantile di bambina malata. Ma sua madre l’avea sempre supplicata, prima con baci e carezze, poi con lagrime, di non insistere.

Màlgari era sui tredici anni quando una came-