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Odorò il flore, si avvicinò al Re, e gli parlò per un quarto d’ora, mostrando l’inopportunità dell’alleanza francese con parola chiara, calda, convincente.

— E se pigliassi Lei, generale? — disse il Re, sentendo di piegare, aggrappandosì a Heribrand per non cadere a Lemmink, i cui modi rudi gli erano intollerabili.

— No, Sire — rispose il vecchio — io sono troppo impopolare, sono troppo amico di tante cose passate, e poi non sarei più indulgente di Lemmink colle rose parlanti. Bisogna chiamare lui.

— Le giuro che non sapevo il nome di quella rosa! — esclamò il Re con impeto — e Lei è sicuro che sia la France? Ci pensi!

E si mise a camminare su e giù, a capo chino, dall’uscio al caminetto, ripetendo macchinalmente ad ogni tratto «ci pensi!» mentre il generale protestava di esserne sicuro. Finalmente gli si fermò davanti e gli stese la mano dicendo:

— Credo che Lei, domani, sarà contento di me. E allora spero che sarà contento pure della principessa, non è vero?