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fiabe della servitù; ma una tristezza infinita, quasi il riflesso di un dolore nascosto, le velava gli occhi, e un sorriso acre, di scontento e di noia, le increspava le labbra pallide.

Bastiano le ripetè le sue idee circa il camino e il focolare della cucina, poi si azzardò di porgere su un pezzo di sughero le patate arrostite, pregando Lara di prenderne qualcuna. Essa sorrise, stringendosi nelle spalle, sotto il corsetto oscuro, e spinse la sua affabilità sino ad accettare l’invito del servo; prese con la sua manina diafana una patata da quel vassoio assai democratico, sorrise nuovamente e mormorò: — Glielo dirò poi, perchè vedo venir Peppa... Sì, è meglio dopo, quando Peppa rientrerà per apparecchiare la tavola. Ora voglio ascoltarli... mi divertono tanto! Ma come è sporco Bastiano! — Lo squadrò con uno sguardo annoiato, poi si guardò le mani che teneva incrociate sul grembialino di percalle oscuro, e provò un brivido; al confronto di quelle del servo le sue mani parevano di morta. In quel punto venne Peppa; era una ragazza di sedici anni, bellina, ma con gli occhi piccini piccini e la voce grossa. Peppa e Bastiano si odiavano cordialmente dopo la scena della festa della montagna; si bisticciavano eternamente, rinfacciandosi ogni difetto e debolezza; pure avevano intervalli di pace, durante i quali ragionavano con calma. In quella sera si trovavano in uno di questi intervalli. Peppa si sedette a piedi in croce accanto al fuoco e li sporse sulla cenere.

— Oh! sei calzata, Peppona! — esclamò il servo guardandoli.

— Lo sei tu e non posso esserlo io? C’è il fango alto un palmo nelle strade. Ma guardi, guardi, donna Lara, le mie scarpe sono rotte, è vero sì o no?

— Sicuro!

— Sono in trattative per rattopparle con mastro Erbasicca, il calzolaio dei poveri, come lo chiamano, ma non possiamo accordarci. Lui pretende due lire; a me pare basti una lira e mezzo!... — Si levò una scarpa, in istato davvero lagrimevole, e Bastiano la guardò con l’aria importante di chi se ne intende. Rise ed esclamò:

— Come sei sfacciata! E vuoi che per una lira e mezzo ti rattoppino quelle scarpe là! Benchè mastro Erbasicca