Pagina:Fingal poema epico di Ossian.pdf/17

16 fingal

Ravvisi i figli ad uno ad un schierarsi
Sulla pianura, rilucenti come
170Anzi tempesta il sol, qualora il vento
Occidental le nubi ammassa, e scorre
Il sordo suon per le morvenie querce.
    Ma dove son gli amici? i valorosi
Compagni del mio braccio entro i perigli?
175Ove se’ tu Catbarre? ove quel nembo
In guerra Ducomano? e tu Fergusto
M’abbandonasti nel terribil giorno
Della tempesta? tu de’ miei conviti
Nella gioja il primier, figlio di Rossa,
180Braccio di morte. Eccolo; ei vien, qual leve
Cavrïol da Malmorre. Addio, possente
Figlio di Rossa, e qual cagion rattrista
Quell’anima guerriera? ― In su la tomba12
Di Catbarre, ei rispose, in questo punto
185S’alzano quattro pietren 1, e queste mani
Sotterràr Ducomàn, quel nembo in guerra.
Catbarre, o figlio di Torman, tu eri
Raggio sulle colle; o Ducomàn rubesto
Nebbia eri tu del paludoso Lano,
190Che pel fosco d’autunno aer veleggia,
E morte porta al popolo smarrito.
O Morna, o tra le vergini di Tura
La più leggiadra, è placido il tuo sonno
Nell’antro della rupe. Ah! tu cadesti
195Come stella fra tenebre che striscia
Per lo deserto, e ’l peregrin soletto
Di così passeggier raggio si dole.
    ― Ma di’, riprese Cucullin, ma dimmi
Come cadder gli eroi? cadder pugnando
200Per man dei figli di Loclin? qual altra
Cagion racchiude d’Inisfela i duci
Nell’angusta magion? ― Catbar cadeo
Per man di Ducomàno appo la quercia
Del mormorante rio; Ducomàn poscia
205Venne all’antro di Tura, e a parlar prese
All’amabile Morna: O Morna, o fiore
Delle donzelle, a che ti stai soletta
Nel cerchio delle pietre, entro lo speco?
Sei pur bella, amor mio: sembra il tuo volto
210Neve là nel deserto, e i tuoi capelli
Fiocchi di nebbia13 che serpeggia, e sale
In tortuosi vortici, e s’indora

  1. Le quattro pietre appresso gli antichi scozzesi contrassegnavano costantemente la sepoltura.