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— «È libera, ricca, indipendente» — si affrettò a spiegargli uno degli amici — «possiede uno studio bellissimo in via Manzoni, à tutte le qualità fisiche e spirituali per affermarsi. La sua vita da uomo corrisponde forse ad una freddezza naturale che non si vince. — Dobbiamo riconoscere di averle fatto tutti la corte, ma per poco: ci à invitati personalmente nello studio, dove ò passato anch’io molte ore — ti giuro che non è possibile tentare o soltanto accennare con lei all’amore. Uno sguardo duro, tra l’ironia e il disprezzo, che inchioda per sempre in una semplice esistenza di rapporto artistico — tutta la sua femminilità si limita alla figura estetica»»

Farro Marchi rivide altre volte la scrittrice — un interesse denso di sensazioni diverse l’obbligava a cercarne la compagnia. Anche lei provava per il giovane scrittore-pittore un’affinità superiore di valutazioni.

Fu invitato nello studio: andò in un pomeriggio feriale, con una leggera ansia inesprimibile, non provocata dalla sola curiosità letteraria. Quella donna modernissima lo colpiva profondamente, perchè gli sembrava di trovare in lei i medesimi elementi di concezione sessuale, dove la differenza fisica tra maschio e femmina si annulla spiritualmente in una uguale compensazione umana.

Fantasie di forma e di colore, negli arazzi e nei paraventi bizzarri, più luminosi e più scoppianti del sole che irrompeva dal finestrone. Sona Vinki lo accolse in abito da lavoro, simile ad una pi-