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go nostro di Val d’Elsa, avenne che un contadino el quale poteva avere da cinquanta anni a sessanta, e mostrava buona persona e di buona conscienzia, e venendosi a confessare et essendo confessato dal Priore del luogo, ristettesi poi a ragionare un poco con meco. Et in fra l’altre cose, mi disse che poco tempo innanzi erano stati ne la villa sua un’uomo e una donna suoi vicini, e quegli avevano un fanciullo piccolo forse di tre anni: et infermando el fanciullo e cadendo nel male del tisico, el padre e la madre sua s’ingegnavano di guarirlo per ogni modo che potevano. E vedendo che nessuna medicina naturale li giovava, et i medici tutti l’avevano isfidato; sicchè i miseri non pensando che Idio creatore del cielo e de la terra l’aveva creato a la imagine e similitudine sua, come lo’ l’aveva dato così sel rivoleva, none stando contenti a quello che Dio ne volesse fare, e’ non ricorsero a pregare Idio che facesse del fanciullo quello che fusse suo piacere e laude e reverenzia come dovevano. E siccome i medici de la santa chiesa so’ conventati1 nell’arte de la medicina ne’ grandi stu-

  1. Accenna alla laurea che nelle Università si dava a nome del Papa e dei Vescovi come Arcicancellieri degli studi. Per questo il Dottore diveniva una specie di Acolito.