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l’aurora sopra il muriccio di zolle.

(posa leggermente la cetra sull’erba)


Un bel boschetto, per tutti gli Dei!

(si sdraia e si stira voluttuosamente sulla maneggia di un albero)


Oh! Vivo di gusto! Che gioia
stirare i muscoli torti contorti,
strizzarli come un panno gocciolante
e poi stenderli un poco pieghettati!

(parlando alla cetra)


E tu, o bella mia, che cosa fai?

(si alza e si appoggia a un albero)


Perchè tu vali quanto la stupenda
Iride! E non per estasi probabile —
queste sono cose da poeti ed io
sono un aedo girovago! — Ma
perchè non mi dai da vivere! Eh! già!
Proprio! I baci d’iride non fanno
mangiare benché siano baci divini.
LA CETRA
I baci della cetra sono più
voluttuosi anche di una dea!
ARCO
Oh! la mia cetra è un po’ sentimentale
e piacerebbe al padre Giove. Caro,
il padre Giove! L’ho sfidato ben
due volte pel certame della vita.
«Arco, l’aedo, sfida il sommo Giove a chi godrà di più una giornata