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E scegli dunque uno dei Proci, e suggine
tutto il piacere di cui bruci! Oh! meglio
se fossi morto nel mio lungo viaggio!
Ed ora forse dormirei sul greto
di qualche mare, e sulla prodicella
verde la quïeta battuta dell’onde
mi bacerebbe con la fresca bocca.
O giacerei disteso in un fenùle
in mezzo al paleuccio e al filucchio
guardando il cielo e ripensando al mare!
PENELOPE
Ulisse!
ULISSE
               E tu? Sei stata pura in mezzo
ai Proci, sempre, come una colomba
fra gli avvoltoi? Non hai ceduto niente
di te, rispondi! E a nessuno?
PENELOPE
                                                       Crudele
sei tu! Perchè vuoi dubitare! I Proci
non m’hanno tocca. E non so come ho fatto.
L’istinto mi guidò! Credimi, Ulisse!
Ho messo tutto il mio volere, e il mio
ingegno e i miei accorgimenti, in questa
opera, e pura son rimasta, è intatto
il nostro letto. Ma Dulichio e Samo
ed Itaca e Zacinto e Tracia, e tutte
le dolci terre di Grecia, han figliato
uomini nati per la mia sventura!
LE VOCI DEI PROCI
Nemmeno tu! — Nemmeno tu li hai fatti,