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leo ferrero

sagrato colossale, preciso e aperto come la Religione Cattolica. Il sole scintilla e le casupole rosse, al di là del colonnato, sembrano domandare allo splendor della luce il diritto di innalzarsi in faccia a San Pietro. Sono contento di partire da Roma. Il destino ha posto in Roma le pietre miliari della mia vita, ma non ho mai potuto liberarmi, in questa città, dal peso della sua malata magnificenza.

Fin dal momento in cui arrivando verso la sera vedevo brillare i lumi della città giardino, cominciava a turbarmi l’ansia e l’inquietudine di Roma. Da principio, non potevo accettare l’urto delle tre città, di Roma antica, di Roma papale e di Roma moderna, costruite come se volessero schiacciarsi a vicenda sotto la grandezza dei propri monumenti. D’istinto, arrivando a Roma, volevo ricostruirla a mio modo. Poi, per l’abitudine di rivederli insieme, sempre minacciosi e sempre immoti, mi parve che una stessa patina si stendesse sui ministeri, sui monumenti funebri, sulle chiese e sulle rovine,


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