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tratto, o coi riflessi multicolori e inquietanti delle cose disposte intorno a loro nell’universo. Così una sensazione si confonde ad un tratto con altre sensazioni di origine diversa, come in certi quadri impressionisti si ritrovano sulle facce delle signore i verdi dei prati. Proust invece cerca di rendere chiari e ben definiti dei sentimenti e delle sensazioni indistinte. Ma quello che fa Proust in molte pagine Dante riassume qualche volta in un verso:

«E come l’un pensier dall’altro scoppia»

Inferno, XXIII, 10


ora in tre o quattro versi:

«Che riso e pianto son tanto seguaci
Alla passion, da che ciascun si spicca,
3Che men seguati voler nei più veraci»

Purgatorio, XXI, 106-108


«A guisa d’uom, che in dubbio si raccerta,
E che muta in conforto sua paura,
3Poi che la verità gli è discoverta...»

Purgatorio, IX, 64-66


«Vedrai te somigliante a quella inferma,
Che non può trovar posa in su le piume,
3Ma con dar volta suo dolore scherma.»

Purgatorio, VI, 149-151


«Io era come quei che si risente
Di visione oblita, e che s’ingegna.
3Indarno di ridursela alla mente.»

Paradiso, XXIII, 49-51


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