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filosofi che canonizzano in sistemi queste aberrazioni — ma in un campo più vasto possiamo vedere la pittura che si insinua pian piano fra le note musicali e la poesia che vuol sostituirsi alla pittura, la quale ha spesso la pretesa di essere poesia.

Il Caylus che Lessing prende in giro nel Laocoonte giudicava un poeta buono o cattivo secondo che dalle sue opere si potevano trarre molti o pochi quadri pittorici. Noi non siamo ben lontani da questo principio.

Ci sono molti scrittori, che senza formulare una teoria spendono tutta la loro attività descrivendo con la penna come pittori raffigurerebbero coi pennelli.

Il Lessing pone con molto acume i limiti fra le due arti, scegliendo due episodi dell’Iliade: Pandaro che scaglia la freccia e il consenso degli Dei. E dice: «Sebbene ambedue gli argomenti, essendo visibili, si prestino ugualmente alla pittura propriamente detta, c’è nondimeno fra loro questa differenza sostanziale, che il primo è un’azione visibile progressiva, le cui varie parti si succedono a poco a poco in un periodo di tempo; il secondo invece è un’azione visibile permanente, le cui varie parti si svolgono l’una accanto all’altra nello spazio. Ora, se la pittura, pei suoi caratteri e pei suoi mezzi

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