Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/99


93

e i ducheschi erano all’assedio di Trezzo spedirono ordini ai Trevigliaschi, ricercandoli per soccorso di archibugieri e guastatori. La communità accordò tosto i chiesti soldati, retribuendoli ancora con soldi otto imperiali (i caporali con sedici), aumentati poi, sopra reclami, Ano a dieci per ciascun giorno d’assedio. Nè per ciò essa. avrebbe corso alcun pericolo da parte de’ Francesi, se, contravenendo agli ordini de’ rettori, i soldati di guardia non avessero impedito, armata mano, ad alcune truppe di codesta nazione l’entrata nel borgo. Fu principalmente quest’insulto che attirò su Treviglio l’ira del maresciallo Lautrec, il quale l’abbandonò al saccheggio. Ma le imminenti sciagure, inevitabile effetto della militare licenza, furono sventate da un improviso favorevole evento, la cui fama vive colà tuttora1.

Serbasi ancora l’atto di nomina di Nicolò Transtentorff del primo d’ottobre a castellano di Trezzo, fatto in Pavia dal principe, come a ricompensa degli amichevoli servigi resigli da codesto cavalliere e consigliere nei giorni di esiglio pas sati in Trento, spoglio di ogni fortuna. Consta pure che il Transtentorff in quel dì stesso giurava in Milano l’osservanza dei consueti capitoli nelle mani del supremo cancelliere Morone e riceveva l’opportuno contrasegno.

Allorchè nel 1523 i Francesi, partiti da Caravaggio, si erano attendati presso Monza, Prospero

  1. Vedi Breve storia delle cose memerabili di Trevì, descritta da Emanuele Lodi. Milano, Ramellati. 1647, p. 175, e segg.