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di Trezzo, dove, secondo che scrisse poco appresso l’annalista di Piacenza, privi solo della libertà, erano trattati con onore, e al sicuro di qualsiasi ingiuria1. Se non che Rodolfo finì (3 di genajo, 1389) anch’egli colà i suoi giorni. Lodovico pure mori nel Castello di Trezzo nel 1404 in età di 46 anni, e fu sepolto nella chiesa di S. Maria della Rocchetta.

Capitolo V.

Duchi Visconti — Fazioni de’ Guelfi e Ghibellini. — Imprese di Pandolfo Malatesta. — Facino Cane. — I Colleoni. — Il Carmagnola e il duca Filippo Maria.


A que’ tempi chi avesse visitate le rive dell’Adda da Olginate a Cassano, Vaprio e Trezzo, non che le valli di S. Martino, Sassina, Brembana ed Imagna avrebbe incontrato dappertutto contadini ed artigiani che portavano segni convenzionali allusivi alla loro fede politica. Dicevasi Ghibellino chi por-

  1. «Barnabò e i due figli Rodolfo e Lodovico erano stati condutti nella sala maggiore dei superiori appartamenti (del nostro castello), dove li avevano seguiti frate Leonardo, Donnina de’ Porri, le sue due figlie e la vecchia Geltrude.» Così, scostandosi dalla verità storica, narra il Bazzoni nella popolare sua novella Il Castello di Trezzo; e noi ci teniamo paghi a questo breve cenno dell’introdutta variazione, ben sapendo che

    Pictoribus atque poetis
    Quidlibet audendi semper fuit aequa potestas.