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Quindi riedite ad esser saggi, al pari
Che fur i nostri padri avventurati.
     135Ma quel divino onor, che più decora
Il sesso femminil, e lo corona
D’eterno grande e d’impassibil serto,
È d’èsser stata un immacchiata donna
Prescelta a madre di quel Dio fatt’uomo,
140Ch’à la famiglia uman tutta redenta
Dalle catene del comun nemico.
Quest’onor solo fà la donna obbietto
Venerando sublim. Maria fù quella,
Che la cervice calpestò del drago,
145Ch’il Mondo inter in schiavitù tenea.
Dessa ne conculcò la sua superba
Cervice, e liberò dalle catene
Del più duro servaggio il mondo tutto.
Gloria perciò ed a Maria, e dopo
150Di Lei alle distinte del bel sesso.
     Tanto premesso, se per tali doti
La donna all’uom primeggi, qual primeggia
Per sua vaga bellezza, e l’incantanti
Maniere illecebrose e seducenti,
155Ond’anche il fier e apatico subbilla,
Perchè si nega ad essa star in scranne,
Delli Consigli patrii e nazionali?
Perchè dagli anfizionici convegni
S’esclude dappertutto, e non si pruova
160Qual effetto daria la sua saggezza?