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libro primo 61

XXXV

Ad Apollo medico

(1789)

     Pietá, Febo, pietá del mio periglio!
Deh, reca all’egra mente
salute, e ai mali miei reca consiglio!
Amo impazientemente.

     5Ardo com’arde all’agitar del vento,
colmo di mèsse, il campo,
e com’Etna, qualor desta spavento
alla Sicilia, avvampo.

     Estingui il cieco ardor, placa le acerbe
10pene del mio dolore.
Me misero! ahi, non son farmachi ed erbe
medicina d’amore!

     Deh, almen col suon della fraterna lira
chiama il sopor da Lete,
15e una languida calma ai sensi ispira,
ministra di quiete!

     Giá la presente deitá conosco!
N’odo le voci, scemo
l’alto soccorso!... D’ogn’intorno è fosco!...
20Fosse il mio sonno eterno!