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E fra la polve il pallido
30riposa Oblio discorde,
delle languenti corde
tranquillo regnator.

     Le meste Grazie e i teneri
Scherzi, a temprarla eletti,
35la guatan sdegnosetti,
lagnandosi tra lor.
     I vanni si spennacchiano,
torcendosi crucciosi,
coi volti dispettosi
40i pargoletti Amor.

     E le Lusinghe, ergendosi
sul piede incerto, in alto
tentan, spiccando un salto,
di distaccarla invan.
     45Sospese si sollevano
col braccio tenerello,
e l’una fa puntello
a l’altra con la man.

     Curve sul nudo gomito,
50le Veneri pensose
le fuggitive rose
lascian dal sen cader,
     che dalle siepi idalie,
per coronarle, ha tolte
55e nel lor grembo involte
il tenero Piacer.

     Sdegnato, Amor le lacera
e il verde stel dispoglia
d’ogni tremante foglia,
60che invan fuggendo va.
     Col nudo piè calpestale
e pallide le preme,
mentre crucciosa geme
la bionda Voluttá.