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istoria libro ii. 95


nè vita senza legittimo processo: sbandirebbe le spie, ed emulatore di Marco, non prenderebbe il nome solo di Pertinace, ma la mente eziandìo. Discorrendola in tal guisa, e fede e favore si concigliava. Qualcheduno però de’ più vecchj, che, avendolo in pratica, col loro senno entro i suoi pensieri miravano, avvertiva segretamente essere costui uomo doppio, di natura falsa e bugiarda, simulatore e dissimulatore impareggiabile, e disciolto a ogni iniquità, purché gli quadrasse a’ suoi fini. L’avvertimento de’ vecchj fu poi confermato dall’evento.

Severo si trattenne pochi giorni nella città, e fatti magnifici doni alla plebe e a’ soldati, come pure scelti i più valorosi di loro a formare i reggimenti della guardia in luogo de’ licenziati, senza più stare, si ammanisce alla spedizione contra Negro, che irresoluto e lento si perdeva intorno alle delizie di Antiochia, gli parendo doversi affrettare per essere sopra lui quando meno se l’aspettava. Intimato dunque a’ soldati di prepararsi alla partenza, riunisce d’ogni parte le sue truppe, fa una coscrizione dell’italiana gioventù, comanda a’ reggimenti illirici che rimasti erano nella Tracia di accelerare la marcia per riunirsi seco lui, mette insieme eziandìo una gran flotta, e le galere, tratte da tutta Italia che la componevano, di valorosa ciurma fornisce: insomma apparecchia ad un