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istoria libro ii. 63


a coloro che le ripe de’ fiumi, ed i confini de’ romani stati difendono, per essere essi ricordevoli delle nobili ed egregie sue imprese. Nè farà più duopo di denari per comprare la pace da’ barbari: perchè, ponendo questi mente alle calamità sofferte quando egli era generale impauriranno, e la paura sarà loro di sprone a soggettarglisi. Mentre Leto così parlava, il popolo non potè più contenersi, ed in un tratto, essendo ancora perplesso l’esercito, salutò ad alta voce Pertinace, e augusto e padre chiamollo con lieti plausi e felicissimi voti. Il medesimo faceano i soldati, con visi benché acconcj a letizia, più veramente stralunati ed indotti dalla moltitudine del popolo, cui, per essere essi indi festivo e senz’armi, ebbero duopo obbedire e dichiarare Pertinace augusto ed imperadore. Di poi giurato avendo come era uso in suo nome, e fatti i sagrifizj, tutti di alloro incoronati e popolo ed esercito alla città lo accompagnarono.

Ma, poiché il popolo e la soldatesca l’ebbe messo (come dicemmo) di notte in palazzo, entrò Pertinace in molti e grandi pensieri. E benché non ismentisse la grandezza e costanza dell’animo suo, tuttavia atterrito era dallo stato presente delle cose, no che ponesse mente alla salute sua (che avea egli fatto prova di mag-