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di tutto ciò che può mai venire alla mente. Vituperavano quelle sterili e sempre maligne ripe dell’Istro, non producenti pomi di sorte alcuna, e di torbidi nuvoli perpetuamente involute: Vorrai tu, o imperadore, diceano, trangugiare in eterno questa ghiacciata e fangosa acqua del Danubio, mentre che altri si beano de caldi bagni, e delle fresche e dolci acque del purissimo cielo d’Italia? Con tali pessime arti non ebbero a durare gran fatica per rompere quei giovane animo a ogni vizio di lussuria. Onde di subito convocati gli amici, disse loro, che si sentia stringere dal desiderio di riveder la patria. Vergognandosi però di somiglievole intempestivo cambiamento, dava loro ad intendere, di esservi sospinto dal timore di vedere usurpata la sede del principato da qualcheduno di quei ricchissimi nobili, il quale, corroborandosi del fiore della romana gioventù, potria di colà, come da inespugnabil fortezza, farsi padron dell’imperio. Àdducente esso tai scuse, e gli altri tutti ascoltandolo cogli occhi bassi, e nel più mesto silenzio levossi su Pompejano, che per età, e per avere isposata la sorella maggiore di Comodo, era il più ragguardevole, e disse: Non è meraviglia, o figliuolo e signore, che tu ti senti stringere dalla carità della patria, poiché noi stessi ne accuora il desiderio di ri-