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istoria libro vii. 229


in su’ carretti, senza concedere loro neppure un servo, con ordine che per quel tratto di cammino (che stato fosse di oriente in occidente, o da mezzogiorno in Ungheria, o altro luogo ov’egli si ritrovasse) fossero fatti camminare non interrottamente di notte e di giorno, per aversegli al più presto dinnanzi; e dipoi, messigli a soffrire ogni vituperio, e spogliatigli di tutti i beni, gli condannava o alla morte o all’esiglio. Le quali crudeltà finché si restrinsero a percuotere persone private, e non si estesero fuori le loro famiglie, non faceano gran sensazione a’ popoli e alle provincie, per quella indifferenza con cui vede il volgo le disgrazie della gente ricca e felice, e pel riguardarle che fan i molti che sono di perverso e maligno carattere con occhio allegro e goditore.

Ma poiché Massimino ebbe ridotto alla mendicità molte nobilissime famiglie, gli parvero inezie non atte a soddisfare la sua cupidigia que’ beni che avea ritraiti di loro, e perciò rivolse le sue rapine agli averi del pubblico. Pertanto quanti denari erano riposti nelle casse delle comunità, o in quelle dell’annona, e quelli eziandìo destinati o a dividere tra la plebe, o a’ teatri, o a tutte altre festività, se gli aggiudicava a se stesso. Oltre ciò facea fondere e disfare le offerte tutte appese ne’ templi, le statue-