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istoria libro iii. 123


mente presentato, solenneggiò de’ giuochi in nome della conseguita vittoria. Quindi si trattenne parecchi anni in Roma, tenendovi ragione, e intentissimo all’amministrazione delle cose civili, accudìa eziandìo sommamente all’ educazione de’ suoi figliuoli.

Ma quei giovanetti adescati dalle soverchie ed effemminatrici delizie della città, e immersi a tutt’ore negli spettacoli e nello studio del correre é del danzare, si erano rotti a ogni vizio. Rissavan sempre fra loro, da prima con gare puerili di coturnici, galli, e fanciulli, prendendo ciascun di loro partito a tutte quelle cose che ne’ teatri udivano o vedevano, e sempre tra loro dissententi, ciò che all’uno piacea venia all’altro in fastidio. A questa dissensione istigati eran massimamente dalle lusinghe degli adulatori e cortigiani, che con tali arti si studiavano di cattivarsi la loro benevolenza. Le quali cose conoscendo Severo, si sforzava di emendargli e riunirli. Così a Bassiano, ch’era il primogenito, e si trovava già insignito degli onori imperiali col nome di Marco Severo Antonino, dette in moglie la figliuola di Plauziano comandante della guardia.

Questo Plauziano (secondo che si dice) fu da prima uomo di condizione assai umile, e per sedizioni ed altre scelleratezze più volte accusa-