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Le grandi comunicazioni di un Regno non doversi annodare, quantunque annodandole si facilitino gli scambi, si abbrevi in somma il cammino, si risparmi nella costruzione, nella manutenzione e nel transito dei capitali che si possono impiegare utilmente in altre opere produttive; s’accresca il profitto delle somme impiegate nel la loro costruzione; ma doversi invece disgiungerle, disperderle per perdere tutto questo.

Le strade di ferro, questo grande, ma costoso perfezionamento, anzi complemento delle vie comuni, non farsi, non doversi fare nei territorj, non darsi in caso di alternativa, la preferenza ai territorj fertili, coltivati, industriosi — ove le popolazioni urbane e rurali folte — frequenti le belle città e le grosse borgate — generale l’agiatezza degli abitanti — agevoli e molte le strade comuni — facili per la natura del suolo il moltiplicarle in ogni direzione — ricchi d’acque perenni, navigabili, irrigatorie, motrici — molti i cavalli e i buoi — non dubbie le affluenze attuali, e probabili le future — minori le difficoltà del suolo — minori le spese di costruzione, di manutenzione, di trasporto.

Farsi invece, e doversi fare le strade di ferro dove riescono lunghe, tortuose, erte, — costose nella costruzione, nella manutenzione, nel transito — dove sono maggiori le difficoltà delle comunicazioni — dove s’incontra minor nume-